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Incontinenza Urinaria Maschile: Cause, Sintomi e Strategie di Gestione – Guida e Consigli Pratici

Ogni goccia di urina persa involontariamente può rappresentare una goccia di autostima che se ne va. Spesso la vergogna non ci permette di parlarne e da piccolo il problema dell’incontinenza può diventare enorme e difficile da sormontare.In Italia sono oltre 2 milioni le persone che soffrono di incontinenza urinaria (IU), di cui un quarto sono uomini.  Lamentano problemi di incontinenza il 11-34% degli uomini over 60, con il 2-11% che riporta IU quotidiana. L’incontinenza Urinaria non è solo un problema che riguarda la tarda età, in uomini più giovani si possono manifestare problematiche di incontinenza a seguito di interventi chirurgici per patologie prostatiche (per esempio TURP o prostatectomie totali), a causa di continuativi lavori pesanti, e persino come conseguenza di intense attività sportive che richiedono parecchi sforzi esplosivi come il crossfit e il sollevamento pesi.

Anatomia apparato urinario maschile prossimale e funzione della minzione e continenza

L’apparato urinario prossimale si compone della vescica, la sacca di raccolta dell’urina, dell’uretra, il canale di fuoriuscita del liquido, della prostata, che abbraccia prossimalmente l’uretra e dello sfintere vescicale un muscolo che si occupa di chiudere il canale uretrale e quindi mantenere la continenza.

Cause principali dell’Incontinenza Urinaria Maschile

Interventi Chirurgici alla Prostata:

Anatomicamente la prostata si trova appena al di sotto della vescica e abbraccia l’uretra nel suo primo tratto appena prima dello sfintere vescicale.

In caso di intervento alla prostata ad essere impattate quindi possono essere sia le zone limitrofe come vescica, uretra e sfintere uretrale, ma anche quelle più distanti come la muscolatura del pavimento pelvico. Queste interferenze possono causare un malfunzionamento delle strutture che si può tradurre in episodi di incontinenza.

Invecchiamento:

Con l’avanzare dell’età, i muscoli del pavimento pelvico, sia quelli volontari che quelli involontari tendono a perdere tono e forza e il nostro sistema nervoso ne perde lentamente il controllo, aumentando la suscettibilità all’incontinenza urinaria.

Lavori Pesanti:

Ogni volta che si fa uno sforzo, si tende a trattenere il fiato e attivare la muscolatura del tronco: di questa muscolatura fa parte anche il pavimento pelvico che ha l’importantissima funzione appunto di pavimento a supporto di tutti gli organi addominali. Se la muscolatura pelvi-perineale non è sufficientemente allenata tenderà a cedere sotto i continui stimoli  derivanti dall’intensa attivazione addominale causando fuoriuscita involontaria di urina. Queste fuoriuscite sono “infide” perchè si possono inizialmente giustificare perché da sforzo, e quindi occasionali, ma nel lungo periodo ledono la funzione della muscolatura della pelvi fino a renderla meno funzionale aggravando così il problema dell’incontinenza.

Sport Intensi:

Così come i lavori pesanti anche gli sport e le attività fisiche che richiedono sforzi intensi, come il crossfit o il sollevamento pesi, possono mettere sotto stress il pavimento pelvico, contribuendo così allo sviluppo dell’incontinenza urinaria.

Sintomi dell’Incontinenza Urinaria Maschile 

Il sintomo principale è appunto la perdita di urina che può variare in termini di gravità a seconda della situazione.

Perdita di Urina a Riposo:

Nei casi più gravi, si possono verificare perdite di urina anche senza sforzo.

Perdite da Piccoli Sforzi:

Situazioni come alzarsi da seduti, camminare o tossire possono causare perdite di urine nei casi meno gravi.

Perdite in Situazioni di Grande Sforzo:

Attività come correre o sollevare pesi possono provocare perdite urinarie in situazioni di maggiore sforzo.

Come gestire l’incontinenza urinaria maschile

Evitare Spinte Eccessive:

Spesso associamo alla minzione la necessità di spingere. Di fatto la normale fisiologia dell’urinare non prevede l’attivazione della muscolatura ma uno svuotamento dovuto principalmente alla contrazione involontaria della vescica e all’apertura dello sfintere.

Quando spingiamo nell’atto dell’urinare andiamo a sforzare molto sullo sfintere che se già non è particolarmente tonico rischia di perdere ulteriormente in tonicità e quindi tenuta.

Il consiglio è quello di prendere il proprio tempo: quando si sente lo stimolo alla minzione si deve andare in bagno, sedersi sulla tazza o stare in piedi e lasciare che l’urina esca senza spingere. Può aiutare il concentrarsi sul respiro: allungando l’espirazione e pensando “svuoto” quando si espira.

Evitare di spingere quando si evacua:

Anche durante la defecazione si tende a spingere molto. Questa forte spinta spesso è associata all’effetto contrario (ovvero non escono le feci) perchè comprimendo l’addome si va a restringere il canale rettale impedendo il passaggio delle feci.

Un altro effetto negativo lo si riscontra sul pavimento pelvico e sulla vescica: la creazione di una forte pressione intra addominale applicherà un grande sforzo anche sulla vescica, sullo sfintere uretrale e sulla muscolatura pelvi-perineale aumentando il rischio di incontinenza.

Il consiglio è, anche in questo caso, quello di prendere il proprio tempo. Quando si ha lo stimolo all’evacuazione sedersi sulla tazza, magari con un poggiapiedi, per alzare leggermente le gambe e favorire l’apertura dello sfintere anale, e lasciare che la peristalsi rettale permetta la fuoriuscita delle feci.

Ritardare la Minzione:

La frequenza di minzione normale è di 4 o 6 volte al giorno. In caso di minzioni frequenti, la vescica non ha il tempo di riempirsi e pertanto nel tempo rischia di perdere in termini di tono e dimensioni rendendo sempre più frequenti le necessità di mingere. 

Il consiglio è quello di provare a ridurre il numero di minzioni: se ci si trova al domicilio e si è appena andati in bagno provare a trattenere l’urina in maniera da andarci nuovamente almeno dopo 2 o 3 ore.

Progressivamente, cerca di mantenere, contrarre i muscoli del pavimento pelvico e allenarsi a ritardare l’andare in bagno.

Normalizzare l’Assunzione di Liquidi:

L’assunzione di liquidi può migliorare l’incontinenza urinaria attraverso diversi meccanismi. Mantenere un adeguato stato di idratazione favorisce il normale funzionamento del sistema urinario, aiuta a controllare la vescica (se la vescica si riempie poco tenderà ad irrigidirsi e diventare nel tempo meno capiente e meno controllabile) , riduce l’irritazione delle vie urinarie e prevenire la costipazione. Inoltre, contribuisce al mantenimento della salute muscolare, inclusi i muscoli del pavimento pelvico, e può aiutare a mantenere un peso corporeo equilibrato, riducendo la pressione addominale.

Il consiglio è quello di bere, acqua ma anche bevande calde, specialmente il tè verde. L’assunzione di liquidi deriva anche dalla dieta quindi privilegiare cibi ricchi di liquidi come frutta, verdura, brodi…

Presa di coscienza del pavimento pelvico:

Il pavimento pelvico come ogni altro muscolo del corpo può essere allenato e in egual misura più diventare disfunzionale se non lo si prende in considerazione.

La zona pelvi-perineale è normalmente poco o per nulla considerata. Le ragioni sono svariate: religiose, pudicizia, discomfort o semplicemente perchè è una zona che non si “guarda” o considera finchè non se ne pone la necessità.

Prendere coscienza della muscolatura del pavimento pelvico è fondamentale per controllarla e di conseguenza controllare la continenza urinaria.

Il consiglio è quello di consultare un o una terapista della riabilitazione del pavimento pelvico che possa supportare nella presa di coscienza di questa zona e che dia un percorso di esercizi per mantenerla in forma.

Esercizi Attivi del Pavimento Pelvico:

Dovrebbero diventare una routine come lavarsi i denti! Una volta compresa la funzione di questi muscoli e assunta la capacità di contrarli in maniera volontaria è necessario allenarli per migliorare la continenza urinaria.

Il consiglio è quello di seguire un programma quotidiano di esercizi e farsi seguire da un o una fisioterapista specializzato che si occupi del creare una routine di esposizione graduale. Per una pratica in autonomia ci sono gli esercizi di Kegel.

Contrazioni Funzionali:

In caso di incontinenza urinaria è frequente che le perdite involontarie avvengano specialmente quando si fanno sforzi, grandi o piccoli che siano. Una volta presa coscienza della muscolatura del pavimento pelvico è fondamentale che ogni volta che ci si accinge a fare uno sforzo si vada ad attivarla per prevenire eventuali fuoriuscite di urina. 

Il consiglio è quindi quello di contrarre il pavimento pelvico in situazioni come tossire, alzarsi da seduti o sollevamento di oggetti pesanti… fornendo così supporto allo sfintere vescicale.

Gestione dello Stress:

Il controllo del pavimento pelvico è estremamente influenzato dallo stress. Lo stress può infatti alterare il funzionamento del detrusore o sfintere dell’uretra diminuendo la sua capacità di controllare la chiusura dell’uretra. Questo può causare sia incontinenza che incapacità di mingere arrivando a stressare la vescica.

Il consiglio è quello di trovare delle tecniche di rilassamento e di controllo dello stress per limitarne l’influenza sul controllo urinario.

(Qui un testo sullo stress)

Se stai affrontando questa sfida sappi che non sei il solo, ricorda che esistono risorse e professionisti pronti ad aiutarti a migliorare la tua qualità di vita. 

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Risorse:

Prevalence of Urinary Incontinence in Men, Women, and Children—Current Evidence: Findings of the Fourth International Consultation on Incontinence

Physiotherapy management of incontinence in men

The added value of devices to pelvic floor muscle training in radical post-prostatectomy stress urinary incontinence: A systematic review with metanalysis

Pelvic Dysfunction in Men – Diagnosis and Treatment of Male Incontinence and Erectile Dysfunction (text Book – Professor Grace Dorey, PhD, FCSP, Professor of Physiotherapy, University of the West of England, Bristol Senior Research Fellow, University of Aberdeen, Extended Scope Practitioner, North Devon District NHST Hospital, Barnstaple Consultant Physiotherapist, The Somerset Nuffield Hospital, Taunton)